– l’olfatto, per mezzo del quale vengono riconosciuti odori chimici ed “odori sociali”, quali ad esempio l’odore della casa in cui vive l’animale, dei singoli individui della famiglia ed altri, che sono importanti nel rapporto con l’uomo;
– la vista, attraverso la quale il cane imparerà a conoscere i segnali mimici e posturali che ogni componente della famiglia adotta in determinate situazioni e che esprimono degli stati emozionali; adottare una postura con il busto inclinato in avanti verso il cane, indica una posizione da dominante, tale postura, associata allo sguardo fisso sulla schiena, è utile quando gli si vuole dare il comando “seduto”.
La velocità degli spostamenti è importante, ad esempio uno spostamento veloce può essere inteso dal cane come un segnale di aggressione e causare situazioni di stress ed ansia in animali particolarmente timidi o sottomessi, mentre una velocità media e costante è interpretata come un atteggiamento neutro.
Anche la traiettoria dello spostamento ha il suo valore di comunicazione; andare direttamente in direzione della testa o del fianco è un comportamento da individuo dominante, mentre avvicinarsi dalla coda è interpretato dal cane come comportamento da individuo gerarchicamente inferiore.
Sarebbe utile comunque, soprattutto con cani che non si conoscono, quando ci si avvicina, stare sempre nel campo visivo dell’animale ed utilizzare un tono della voce calmo e dolce, di modo che lo stesso non reagisca in modo aggressivo semplicemente perché si è spaventato.
È importante insegnare tali metodi di approccio ai bambini, soprattutto se piccoli, onde evitare reazioni di aggressione da parte del cane;
– l’udito, consente la comunicazione tramite vocalizzi che indicano stati emotivi diversi; il tono umano della voce è riconosciuto dal cane attraverso esperienze precedenti per cui il tono arrabbiato, il tono dolce, calmo, rilassato, hanno effetti diversi sulle risposte dell’animale; l’uso di parole semplici o monosillabiche, come ad esempio “seduto” invece di “ stai seduto lì”, associate sempre a delle gestualità come descritto precedentemente, favoriscono una comunicazione più chiara.
Per ogni comando, bisogna utilizzare sempre la stessa parola, mai sostituirla con altre o comporre delle frasi, altrimenti il cane non comprende. La stessa parola associata ad un comando deve essere usata da tutti i membri della famiglia. All’inizio, oltre alla gestualità si potrebbe associare anche un condizionamento positivo, come ad esempio il biscotto o del cibo che al cane risulti particolarmente appetibile, oppure anche una carezza: lo si gratifica per aver fatto una cosa a lui richiesta.
– la comunicazione tattile: l’animale comunicherà con l’uomo attraverso la ricerca del contatto in diversi modi, come la ricerca delle coccole, oppure l’invito al gioco. L’uomo da parte sua attraverso il contatto esprime forme di comunicazioni molto importanti per l’animale. Ad esempio, le interazioni positive (carezze) sono fondamentali per gratificare l’animale che ha risposto ad un comando mentre le interazioni di tipo negativo (uso della violenza) sono generalmente sconsigliabili, in quanto spesso è sufficiente utilizzare il tono della voce o la postura del corpo per far capire all’animale ciò che si vuole ottenere.
Inoltre se le interazioni negative vengono applicate in modo sbagliato o in situazioni non chiare per l’animale, creano nello stesso uno stato di confusione ed ansia oltre ad un’indelebile esperienza negativa che spesso è difficile da recuperare.
Un classico esempio è quando il cane non risponde al richiamo, per cui se ne va tranquillamente ad annusare un territorio, magari a lui sconosciuto, ignorando completamente i continui richiami del padrone, il quale inizia a perdere la pazienza. Quando il cane ha finito di esplorare la zona (sta attuando quindi un suo normale comportamento di esplorazione) se ne torna dal padrone, il quale reagisce sgridando e magari picchiando il cane.
Questo è un modo errato di comunicare con il proprio cane. Il messaggio che il cane recepisce è: io torno perché il mio padrone mi chiama e lui mi picchia. Se la cosa si ripete, il cane risponderà sempre più difficilmente al richiamo in quanto, andando verso di lui, riceve delle interazioni negative.
Bisogna ricordarsi che il cane ha una capacità di associazione agli eventi immediata, per cui collega la reazione del padrone a quello che ha fatto immediatamente prima, non all’azione svolta anche solo cinque minuti prima. Nel caso precedente quindi l’animale associa l’interazione negativa al fatto che ha risposto al richiamo.
E’ necessario avere tantissima pazienza; se a più richiami il cane non risponde, provate a ignorarlo, gli voltate le spalle ed andate nella direzione opposta. Non fate associare al cane il richiamo con la fine della passeggiata, potete chiamarlo e, quando vi risponde, ricominciare a giocare con lui. Diventerà più facile alla fine farvi ascoltare.